Qualcuno ha scritto che la fotografia e’ finita.
Che il ritratto e’ morto e che tutti possiamo essere fotografi.
Cos’e’ successo in questi anni per affermare drasticamente che la fotografia non e’ piu’ un mezzo capace di rappresentare la realta’ cosi’ com’e’?
Per caso l’evoluzione del “mezzo”? La digitalizzazione degli strumenti? L’elaborazione grafica massiva, le manipolazioni delle immagini?
La volonta’ del fotografo stesso?
La risposta io non ce l’ho.
Oggi il nostro occhio divora miliardi di immagini: violente, violentissime, selfie inquietanti, scatti glamour e still life gastronomico.
Un pasto mass mediologico che come un’indigestione assopisce la nostra vista.
E la coscienza.
Ma veramente il nostro animo ha completamente esaurito un senso critico emotivo?
Gli autori presenti alla collettiva hanno saputo leggere con chiarezza l’evoluzione dello strumento fotografico riuscendo a restituirgli il giusto potere.
Hanno ridisegnato e reinventato il medium per scalfire gli sguardi che cercano di scappare sempre via di lato.
Che altro dire: lunga vita agli occhi chiusi spalancati.