Manuela Incorvaia

Dicci chi sei, cosa fai nella vita di persona e nella vita di artista e come mai sei qui.

Il mio nome è Manuela Incorvaia e dirvi come mai mi trovo qui è per me quasi impossibile: la vita a volte ti porta in posti di cui non sapevi neppure l’esistenza
Questo è accaduto a me.
Difatti io nasco e vivo a Genova fino a che nel 1992 entra nel mio laboratorio di ceramica Roberto Di Giorgio, anch’egli ceramista, nasce l’amore e come accade solitamente in tutte le storie d’amore, la donna segue il marito nei suoi spostamenti e Roby così mi porta in Castiglione Tinella ( nella provincia di Cuneo, vicino a Camo).
Per me si è aperto un mondo: nella mia più totale ignoranza mi ero sempre fatta un’idea del Piemonte grigia e cupa mentre qui, nelle Langhe, ho trovato colori, sapori, spazio… Lo spazio è stato ciò che mi ha colpito e che tuttora mi colpisce di più: il poter arrivare con lo sgurdo a distanze incommensurabili è per me la sensazione più bella che queste colline possano donare.
Trasferendomi in Piemonte ho portato con me la mia passione nel modellare l’argilla e con lei tutte le attrezzature, e con fatica sono riuscita a ricreare, assieme a mio marito, uno spazio dove poter svolgere questo meraviglioso lavoro.

Presentati con un’opera d’arte del passato di qualche grande (o non grande) artista e perché.

Mi presenterò con molto timore, vista la grandiosità dell’artista, con l’opera intitolata “madre e figlio” di Henry Moore, datata 1949.
Questa è una delle molteplici madri con il figlio scolpite dallo scultore proprio perché la figura materna abbracciata al bambino aveva segnato il percorso del suo lavoro.
Ma questa mi piace particolarmente per i suoi volti appena accennati che guardano lontano, le braccia forti della madre che sollevano e proteggono il figlio le forme levigate e solide… tutto ciò da un senso di calma, rilassatezza, e nell’osservarla anche noi spettatori ci sentiamo al sicuro.
Le opere di Moore esprimono un’energia spirituale che le rende magiche e rimandano profondamente al mondo femminile.
Il mio modesto lavoro è improntato sulla rappresentazione del femminile, con figure rotondeggianti con sguardi sognanti che spesso si accompagnano ai propri figli che teneramente stringono al seno, o a libri che donano libertà di pensiero, rappresentato con uccellini posizionati vicino o sulla figura stessa.

La cosa che non sopporti e la cosa che ami nel mondo dell’arte?

Io amo l’arte in tutte le sue forme e con tutte le sue contraddizioni, adoro stare nel mio disordinatissimo laboratorio dove il tempo svanisce, ma c’è una cosa che non sopporto, che non riguarda l’arte bensì quegli “artisti” che quando si credono o sono “arrivati” ti guardano dall’alto in basso dandosi un sacco d’importanza o “altri” che sentendosi geni incompresi sparano sentenze su tutto e su tutti.

La persona o l’evento che ti ha cambiato la vita (a livello artistico)

Non credo che ci sia un evento o una persona in particolare che abbia cambiato la mia vita.
Io ho sempre, fin da bambina, avuto una passione per il disegno e per ogni forma d’ espressione artistica. Credo che con quella passione ci si nasca e che poi la vita ti aiuta ad inquadrare meglio il bersaglio e a perfezionare la tecnica. Di persone che hanno lasciato un segno nella mia vita ce ne sono state diverse, chi nel bene e chi nel male: ogni esperienza è fonte di ricchezza ma una persona fra tutte è stato mio padre, che spesso mi seguiva e appoggiava nei miei “deliri” artistici. Poi ancora ricordo il mio professore di discipline pittoriche Antonio Porcelli, che mi ha dato la forza e il coraggio di credere nel mio lavoro, e che mi diceva ” la terra è il tuo elemento”, bellissima persona ma soprattutto grande artista. Ed ora eccomi ancora qua, a continuare il mio percorso.

Hai già visto Camo? Che impressione ti ha fatto?

Sono venuta a visitare Camo, pur abitando in un paese vicino, solo in occasione di questa iniziativa. Beh, la serata non era delle migliori: pioveva a dirotto e faceva un gran freddo! Ma nonostante tutto, questo percorso rotatorio mi è piaciuto molto e ha stimolato alcuni progetti.

La tua opera biglietto da visita?

Pensieri alati.

Museo a Cielo aperto. Come lo vedi il cielo sopra il progetto?

Il cielo lo vedo azzurrissimo, e come potrei altrimenti? Tutte le mie figure femminili guardano al cielo.

Un’anteprima sul tuo lavoro che esporrai?

Non do mai anteprime, tra tutti i miei difetti sono anche scaramantica: abbiate la pazienza d’aspettare, e cercherò di non deludervi!

Cosa saresti se non avessi fatto l’artista?

Non ne ho la benché minima idea… se mi guardo indietro, la mia strada è sempre stata segnata dall’arte: non riesco a pensare alla mia vita senza di lei.

 

Per vederne di più…

Condividi l’articolo

Share on whatsapp
WhatsApp
Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn
Share on telegram
Telegram
Share on email
Email

Notizie correlate

Alla scoperta del mito dei Tarahumara: il popolo che corre scalzo, corre forte e corre tanto.
Claudio Lorenzoni celebra il pittore-ideologo-artivista Mimmo Di Caterino, uno degli artisti presenti al Museo a Cielo Aperto di Camo.
Claudio Lorenzoni presenta "la corsa che mangia i figli": hai mai sentito parlare della Barkley Marathon?
Le fotografie di Edmond Kaceli raccontate da Claudio Lorenzoni.
Claudio Lorenzoni ha intervistato Marco Olmo, campione del mondo di Ultra Trail all'età di 60 anni.
Free solo: Alex Honnold e l'arte di scalare a mani nude.

Indirizzo: Piazza Municipio
Città: Camo
Area: Cuneo
Regione: Piemonte
CAP: 12050
Paese: Italy

+39 014 1840100
info@museoacieloapertodicamo.it
www.museoacieloapertodicamo.it
CURATORE Claudio Lorenzoni