Dicci chi sei, cosa fai nella vita di persona e nella vita di artista e
come mai sei qui.
Geremia RENZI & LUCIA Rosano, due artisti, due facce di uno stesso sentire, un uomo e una donna; due che non vuole essere il doppio ma il contrario di uno.
Un’avventura che si imbeve di quell’insieme perché le rivelazioni non siano mai ne solo sacre, ne solo profane, ma pregnanti nel loro rovescio.
Due è alleanza, è un doppio filo, è l’insistenza degli affetti e della memoria, è condivisione e coerenza nell’ossessione della felicità che prova di volta in volta a chiamarsi con altri nomi.
Geremia è scultore dei metalli, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Lucia, laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera, si occupa di equitazione etologica e comunicazione col cavallo.
Presentati con un’opera d’arte del passato di qualche grande (o non grande) artista e perché.
La più grande opera d’arte che sia mai esistita è la Natura, e ad essa ci rifacciamo e torniamo in ogni momento. Le nostre opere cercano di cogliere in ciò che ci circonda il messaggio che ha da offrirci. Tutto sta nella comunicazione, nel momento di scambio che si istaura fra diverse esistenze, come potrebbe avvenire fra l’uomo e l’animale.
Nell’ultimo periodo stiamo approfondendo i meccanismi che si innescano nella comunicazione fra uomo e cavallo, istinto e ragione. L’uomo deve essere capace di spostare il suo punto di vista per incontrarsi, su un piano diverso rispetto al consueto, con un essere che, non utilizza la nostra stessa razionalità, o almeno non come noi la intendiamo; così da creare paralleli fra uomo ed uomo artista e cavallo ed “horsemanship”.
La cosa che non sopporti e la cosa che ami nel mondo dell’arte?
L’arte è la capacità di cambiare il proprio punto di vista in ogni momento, di poter entrare nel profondo delle cose, è empatia verso tutto ciò che entra nell’ambito dei confini della propria percezione, sia esseri viventi che cose. E’ saper essere lontani quando si è vicini e viceversa. Molte persone purtroppo vivono nei ristretti spazi della propria “creatività”, facendo vestire tutto del proprio linguaggio che mai viene messo in dubbio. Questo porta al vivere in “compartimenti stagni” che tolgono elasticità al sentire ed al vivere.
L’arte invece può tutto, soprattutto smuovere le coscienze che hanno perso l’interesse del vivere quotidiano.
La persona o l’evento che ti ha cambiato la vita (a livello artistico).
L’arte non è un “grattaevinci” che causalmente premia il fortunato di turno; il giorno nasce con la luce del sole per creare ombre e la notte arriva puntuale a prescindere da ciò che si è tratto da questo miracolo primordiale. Solo l’insieme di sole e luna è la vita che si espleta nell’ARTE e lì, tutto assume il suo vero significato. Quindi non arare, non diserbare, non concimare, non potare, proprio come per la rivoluzione di Fukuoka e l’agricoltura del non fare, anche un filo di paglia riacquista la propria dignità di esistere.
Hai già visto Camo? Che impressione ti ha fatto?
La conosciamo solo attraverso immagini fotografiche e qualche scritto, ma basta poco per capire che è terra fertile per seminare Arte.
La tua opera biglietto da visita.
“Distributori di semi” – 2006/2008
“Secoli e secoli di agricoltura intensiva, di monocoltura, di distruzione degli insetti e dell’humus naturale del terreno, di produzione per il profitto, di concimazioni chimiche, di selezione artificiale delle specie, hanno alterato l’intima struttura della terra e la vita di ciò che vi brulica e vi vegeta sotto e sopra…”
Anteprima sul tuo lavoro che esporrai
Titolo: “Aspettando Ulisse” installazione di 6 elementi in ferro,300x300xh300
Immaginando Penelope che tesse una lunga trama in attesa del suo amato.
Cosa saresti se non avessi fatto l’artista?
“Girogiro tondo casca il Mondo e casca la Terra…”
Invidierei i sordi per la loro capacità di ascoltare con il cuore, i ciechi perché riescono a guardare sempre un po’ più in là e i muti che con un solo sguardo dicono tutto.
Museo a Cielo aperto. Come lo vedi il cielo sopra il progetto?
…Ma il cielo è sempre più blu…