Chi è Angelo Morelli?
Sono nato ad Aosta nel 1975. Negli anni ho cambiato spesso direzione finché non ho trovato la mia dimensione nella fotografia. Faccio questo mestiere da diversi anni ormai, e non ho in programma di cambiare a breve. Ma chissà.
Non mi reputo un artista, anzi, il termine associato al mio lavoro mi imbarazza un po’. In questo momento il mio tempo è diviso in due: da una parte c’è il fotografo che scatta per vivere. Dall’altra il fotografo che scatta per sè, per la sua soddisfazione personale.
Presentati con un’opera d’arte del passato di qualche grande (o non grande) artista e perché.
Potrà sembrare curioso, ma se devo proprio scegliere, allora scelgo un’opera musicale : il Requiem di Mozart, i Berliner diretti da von Karajan. Un disco della Deutsche Grammophon che trovai in casa da bambino, e che ancora custodisco con cura. Fu un’autentica rivelazione, un momento fondamentale della mia esistenza. Credo sia stato questo il primo contatto che ho avuto con l’arte in maniera autonoma, non mediata.
La cosa che non sopporti e la cosa che ami nel mondo dell’arte?
Devo dire che lo conosco assai poco. Come accade in molti altri ambiti, credo che sovente i contenuti passino in secondo piano, in favore di altri fattori, primo fra tutti la vendibilità.
Bruno Munari diceva: “Quando tutto è arte, niente è arte”. Mi pare che tutto sommato sia una valutazione ancora piuttosto attuale, se consideriamo le logiche del mercato e del collezionismo.
La persona o l’evento che ti ha cambiato la vita (a livello artistico).
Da ragazzo visitai al Reina Sofia di Madrid una mostra di Robert Capa sulla guerra civile spagnola. Mi impressionò molto e mi avvicinò in maniera irreversibile alla fotografia, anche se poi la strada che ho preso non ha molto a che fare col reportage, meno che mai di guerra. Comunque ci ho messo parecchi anni per capire che questo doveva diventare il mio lavoro.
Vorrei poi citare Josef Koudelka, che, soprattutto nei suoi lavori più recenti, rappresenta un esempio importante per me.
Hai già visto Camo? Che impressione ti ha fatto?
Conosco abbastanza bene le Langhe, ma a Camo non sono mai stato. Sono molto curioso.
La tua opera biglietto da visita.
Non ho una foto che mi rappresenti più di altre… Scelgo una foto aerea che è parte di un progetto al quale sto lavorando da alcuni anni.
Museo a Cielo aperto. Come lo vedi il cielo sopra il progetto?
Una finestra di blu in un cielo sempre più grigio, ahimè. Sono troppo pessimista?
Anteprima sul tuo lavoro che esporrai.
Al momento non ha un titolo. E’ l’unica foto che ho scattato in un breve soggiorno londinese.
Esprimi un desiderio, per la tua vita artistica.
Spero di non annoiarmi mai scattando fotografie. Il giorno che dovesse succedere, dovrei davvero pensare di cambiare strada.