Chi sei e cosa fai?
Sono Marika Guida. Stilista di San Salvario che incanta, seduce e diverte.
Come descriveresti la tua formazione?
Rocambolesca e desiderata. Ho fatto 5 volte la prima superiore in 5 diverse discipline.. la prima (cui seguì anche la seconda) all’Istituto d’arte e moda.. ero bravissima, ma non ci credetti per niente, in più era a pagamento e non potevo. Lavorai e ripresi gli studi.. Scientifico, Lingue estere, Magistrali.. la quarta è risultata quella giusta. Finito il Grafico allo “Steiner” , ho fatto una scelta per me stessa (non solo per crearmi un’opportunità lavorativa) mi sono regalata l’Accademia di Belle Arti, Scenografia e costume. Laurea con lode in Scenografia, tesi:” La Comunicazione nella Scenografia-La Scenografia nella Comunicazione. Dal Carosello alla Televendita”..
C’è una certa connessione tra le cose, non è così rocambolesca.. ma che percorso è? E le tue ispirazioni?
Sono momenti felici! Mi capita di avere visioni spontanee, di qualcosa che ho cercato a lungo senza arrivarci. All’improvviso vedo quella cosa. Si spalanca una porta. Ovviamente la inforco senza esitare, non vedo l’ora di “ragionarci” su, e magari è l’una di notte e devo aspettare che sia almeno mattina. Soprattutto da quando convivo. (Prima no, la notte era il momento più creativo e operativo).
Quando pensi a un abito, prima la forma o prima il colore?
Direi la forma.
Perché San Salvario?
Perchè da quando ci abito – 3 anni – la adoro. Mi sono sentita subito a mio agio. Su …tot anni.. una trentina li ho vissuti da pendolare, legata ai mezzi di trasporto, gli orari, le stagioni, la nebbia! Abitare in Sal Salvario mi consente di fare quello che ho sempre desiderato: muovermi in bici o a piedi, per raggiungere il centro città, anche di notte. L’atelier è a sette isolati da cosa mia, a quattro da Via Roma. Adoro!! Cosa posso volere di più. In più Sal Salvario mi rispecchia, è un quartiere carico di una bella energia e pieno di posti carini.
Ti senti più artigiana o artista?
Assolutamente artigiana e attenta, prudente e coraggiosa imprenditrice.
Come tratta l’Italia atelier concepiti come il tuo?
Il piccolissimo artigiano come me, deve essere per forza imprenditore se vuole continuare a crescere. E’ esemplare l’episodio degli approvvigionamenti: per ottenere della materia prima di qualità e certificata devi competere con Multinazionali. Cioè, il quantitativo minimo d’ordine, per la maggior parte delle aziende tessili è: 200mt per il campionario, 500 mt per la produzione. Per tipo stoffa, per ogni colore. Quanti rotoli può contenere il mio Atelier? Quanto capitale posso immobilizzare? Quanta produzione devo smaltire per rientrare dell’operazione entro la stagione, perchè dopo i miei tessuti sono già visti.. H&M, Zara, Marika Guida.. tutto uguale. Oppure: per anni le grandi aziende hanno utilizzato tessuti e mano d’opera di sconosciuta provenienza a danno anche della salute degli acquirenti… dal 2013 tutti gli operatori dell’abbigliamento dovranno certificare, etichettare ogni indumento… ma se sono costretta a comprare al dettaglio, ovunque, come lo certifico il tessuto?
Poi c’è l’Italia delle persone. Il confronto con loro é croce e delizia. Molto è delizia, per fortuna.
Cosa fai quando non sei in atelier?
Sono sempre in Atelier. Resta pochissimo della sera, che divido tra computer e fidanzato. Spesso in mezzo ci scappa “un salto in Petra” (la storica Birreria che ho sotto casa).
L’abito perfetto in cinque parole (o anche meno):
Te ne do due: Vivienne Westwood.
La star che vorresti vestire?
David Bowie
I costumi per quale film?
Moulin Rouge, Un uomo da marciapiede, Priscilla la regina del deserto.
Che cosa invidi e a chi?
La capacità di controllare i nervi e di analizzare da più angolazioni anche quello che a me sembra un’enorme stupidaggine o offesa.
Due cose che sai fare molto bene…
Lavorativamente nessuna credo, ma faccio bene tantissime cose.
E due cose che non ti riescono affatto!
Tenere l’ Atelier, soprattutto il laboratorio, in condizioni asettiche e ordinate. Gestire la contabilità e la burocrazia (mi deve riuscire per forza, ma faccio una gran fatica) Produrre in serie.
La cliente: meglio curiosa che si vuol provare tutto o decisa che entra ed esce in dieci minuti?
Se la cliente alla fine compra è sempre ben accetta. Chi si sofferma sui pezzi e si dimostra incuriosito, mi gratifica. Anche chi sceglie di getto mi piace, soprattutto se lo fa consapevolmente e non compulsivamente. Non amo chi scorre frettolosamente e sgarbatamente le cose, senza capire nemmeno dove è entrato e cosa sta toccando. La meno gradita è quella che ti fa perdere un sacco di tempo solo per trascorrere il suo.
Sei sincera con le clienti? del tipo “no, questo abito su di te no”
Assolutamente si, anche a mio discapito. Se ci vuole un’altra misura o un altro abito lo dico, anche se so di esserne sprovvista.
Cos’è per te l’ elegenza?
E’ qualcosa legato alla modestia e all’equilibrio. E’ l’armonia.
Per vedere dal vivo cosa fa:
Marika Guida – Collezione Privata
Via Saluzzo, 44
Torino