Tiziana Menegazzo

 

#COSTRUZIONI2018

Tiziana Menegazzo

Docente ed artista. Vive e lavora a Torino.

 

Dal 3 agosto realizzerà 2 installazioni: la prima (solo.il.vento.lo.sa) presso il Giardino dell’arte, la seconda (take care) domenica 5 agosto alle ore 9 in Piazza Municipio

 

Chi è:

Dopo un diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti , completa la sua formazione con studi di antropologia visiva e una laurea in lettere.

Affianca all’insegnamento una costante attività artistica.

Il suo ambito di ricerca, applicato alla sfera intima e sociale, riguarda l’identità e la relazione con il diverso da sé.  Accosta registri e codici linguistici diversi: pittura,fotografia, collages, testi scritti e interviste.

Nel 2014 è in residenza a Marrakech, invitata dalla Fondazione Dar Bellarj, con un progetto fotografico sul femminile arabo.

Nel 2018 Odissee Fiorite, il suo progetto sulle donne straniere a Torino,  è stato tra gli eventi speciali di Torino Fo.To.

 

Progetti:

Solo il vento lo sa

installazione

dal 3 agosto presso il Bricco delle Allodole

9 strisce di stoffa 10cm x 150cm con parole ricamate

 

L’opera è la conseguenza di un incontro tra me e il v. 81 del IX canto del Paradiso di Dante, quel  “… s’io m’intuassi come tu ti inmii….” .

Se io potessi con la mia mente penetrare in te come tu penetri in me. Se io potessi entrare in te, se io mi immedesimassi nei tuoi pensieri come tu ti immedesimi nei miei. Se noi…., aggiungo io.

Parole  che parlano  di intimità in un modo così potente che ho pensato di  consegnarle al vento, libere di andare, volteggiare, risuonare  e creare possibilità di vicinanza tra tutti gli esseri uniti dalla comune appartenenza  all’umanità.

Parole nel vento, non al vento. Parole che fluttuano, non stanno mai ferme, creano universi che il vento diffonde. Parole d’amore che di notte brillano come stelle e ci ricordano di non dimenticare  di essere umani e di essere vicini.

 

Take care 

installazione collettiva di arte partecipata

Domenica 5 agosto ore 9 Piazza Municipio 

 

Il progetto, la creazione di un giardino comune, realizzato dai bambini insieme ai loro nonni e/o bisnonni , a partire dall’interramento delle piante per giungere alla sua cura per essere mantenuto in vita, diventa confine di contatto, inteso come luogo dove accade un’esperienza condivisa che assume un significato metaforico e pratico al tempo stesso. Luogo di accadimento e interazioni, il confine di contatto assume qui un duplice significato: affiora fenomenicamente come giardino, con tutto il valore simbolico che il giardino trascina con sé e come luogo-altro, espressione di un itinere esistenziale portatore di cura. Intendendo per cura l’accezione heideggeriana del termine, quel avere cura degli oggetti e il prendersi cura delle persone, in vista di un futuro, qui pensato in termini plurali e dialettici. Dove il rapporto tra adulti e bambini diventi un’occasione di trasferimento di competenze, conoscenze e  testimonianza di quella cultura della terra che, altrimenti, di generazione e generazione potrebbe andare perduta. Dunque giardino come atto partecipato, dove, attraverso la cura necessaria per la sua realizzazione, si scommette sulla possibilità di costruzione di nuovi rapporti umani basati sulla coesione, responsabilità e condivisione. Così facendo si produce una realtà-altra, dove dalla cura come prassi necessaria al mantenere in vita il giardino-metafora, si giunge alla cura come prassi per un futuro  pieno di cura,insieme. Laddove per cura si intende la struttura primaria dell’essere umano, capace di progettare un “avanti a sé”, un futuro. Se l’esistenza  è essere nel mondo, quindi essere fra gli altri, la cura è l’espressione del rapporto tra l’uomo e gli altri.

La relazione affettiva tra nonni e nipoti permette i creare un doppio sodalizio: la parte adulta responsabilizza i bambini e insegna loro la dedizione e la pazienza e, dal canto loro, i bambini possono essere , per i nonni,uno stimolo ad uscire e ad incrementare le relazioni sociali. Insieme producono bellezza.

La creazione del giardino verrà monitorata con video e foto anche dopo la durata della residenza. A un anno di distanza si vedrà se, attraverso la cura di tutti, esisterà il giardino per tutti.

 

Iter progettuale: presentazione del progetto e invito a partecipare. Scelta delle piante in base alle qualità del terreno e alla stagionalità. Interramento. Adozione della pianta da parte della coppia nonno-a / nipote. Inizio della cura. Foto. Raccolta testimonianze dei partecipanti.

Successivamente il giardino verrà monitorato attraverso video/foto-

A 6 mesi di distanza si vedrà se la scommessa sarà vinta o no: se, attraverso la cura di tutti, si sarà creato un giardino.

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