Oggi pomeriggio mentre massaggiavo il mio arto malandato mi sono chiesto quale fosse la gamba mancante del capitano Achab. A memoria non ricordo se il narratore Ishmael abbia mai detto esplicitamente se si trattasse di quella sinistra o di quella destra.
Smartphone alla mano ho fatto una ricerca veloce su questo particolare e ho potuto constatare che ancora a oggi, a dispetto delle tante parole versate dal gotha critico sul mattone melvilliano, sembra continuare regnare il mistero.
Leggo che una serie di tracce simboliche potrebbero indurci a pensare che si tratti della gamba sinistra. Innanzitutto perché con riferimento all’antica credenza che gli auspici provenienti dalla parte sinistra fossero di cattivo augurio, Melville, per rappresentare la “sventura” e la “sofferenza” del capitano, non avrebbe potuto “mozzargli” la gamba destra (lato tradizionalmente associato al bene).
Una curiosità poi che porta a pensare che la gamba sia realmente la sinistra è quella che si trova nel capitolo 108, nel quale il carpentiere si lamenta della mancanza di tempo per poter creare una gamba degna di un gentiluomo che si genuflette davanti a una signora. In effetti, tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, i gentiluomini avevano l’usanza d’inchinarsi dinanzi alle dame durante gli eventi sociali o le feste, per invitarle a ballare, e l’inchino veniva eseguito piegando la gamba sinistra dietro quella destra.
Questo prova che essendo la gamba di Achab mozzata al di sotto del ginocchio, se il capitano avesse dovuto eseguire questo inchino, il movimento non sarebbe stato completamente perfetto.
Ho proseguito poi con una ricerca per immagini e le fantastiche illustrazioni di Rockwell Kent ritraggono Achab con la protesi a sinistra, così come altri adattamenti a fumetti dell’opera confermano quanto sopra.
Anche Gregory Peck, protagonista nel film del 1956 Moby Dick, ha la gamba sinistra mozzata.
Che altro aggiungere?
Niente più.
Continuo a massaggiarmi la gamba, anche la mia sinistra.
Claudio Lorenzoni
Cover: Rockwell Kent, Moby Dick di Hermann Melville, 1930